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...in questo divertissement che ha visto i due artisti misurarsi uno dopo l’altro sulla stessa tela, il primo artista, dopo il suo intervento sulla tela, ha chiuso gli occhi e si è affidato all’altro, certo di esserci, di permanere nel dipinto, ma pronto anche a scomparire se l’altro avesse voluto, pronto a rimanere celato sotto i segni di un Frenofel. Perché anche fosse solo una piccola porzione di Togo o di Cannaò quella che rimane dopo l’intervento del secondo artista, anche il quel caso l’opera non è meno dell’uno e più dell’altro. Perché l’opera è, in questo caso, vissuta come un luogo di erranze, di passaggi, di scorribande, di sedimentazioni e di fughe oltre l’orizzonte. Un po’ come San Marco d’Alunzio, un po’ greca, un po’ romana, un po’ bizantina, molto siciliana.

 

da CROSSING

presentazione di Angela Manganaro